Molto spesso capita alle coppie in attesa di un figlio di chiedersi se il loro bambino, ancora dentro la pancia della mamma, percepisca le stesse emozioni che sentono loro in una particolare circostanza. Ancora, i futuri genitori talvolta immaginano e deducono le caratteristiche personologiche del proprio bimbo in base alla modalità con cui scalcia dentro il grembo materno.
“Ha appena dato un calcio, si vede che ha un bel caratterino” o “Non si sente mai, deve essere proprio un tranquillone”, sono alcune delle possibili espressioni che spesso riferiscono le future mamme.
Contrariamente a quanto si pensava in passato, oggi è ormai risaputo che il bambino, ancora prima di venire alla luce, è in grado di sentire, di udire, di percepire emozioni, di sognare, di instaurare a modo suo relazioni e di dialogare con la propria madre e con l’ambiente extra-uterino.
Il nascituro manifesta delle vere e proprie reazioni e comportamenti individuali che vanno a delineare dei tratti di personalità che perdurano anche dopo la nascita.
Dunque si può affermare che il momento della nascita non sancisce l’inizio della vita del bambino, ma inizia ben prima, a partire dai nove mesi di gestazione nel grembo materno.
Si pensi di fatti che nella cultura indonesiana, cinese e giapponese si considera l’inizio della vita del bambino proprio a partire dal suo concepimento, pertanto secondo questa ideologia alla sua nascita il neonato avrebbe raggiunto quasi l’anno di età.
La psicologia prenatale
La psicologia prenatale è quella branca della psicologia che si occupa dello studio della vita intrauterina del bambino, del suo sviluppo di capacità cognitive, sensoriali, emotive, relazionali con la finalità di comprendere come queste esperienze possano influenzare la sua vita futura e la sua relazione con le figure di attaccamento.
Tali ricerche sulla vita prima della nascita sono state rese possibili grazie a specifici strumenti e metodologie di lavoro che permettono di studiare in modo approfondito il mondo dentro il grembo materno, attraverso la rilevazione degli indici psicofisiologici del feto.
Nei nove mesi di gestazione, il nascituro evolve e si sviluppano man mano i diversi organi di senso; come prima cosa si sviluppa il senso del tatto a partire già dalla sesta settimana; a prova di ciò, è stato dimostrato che i movimenti corporei della madre hanno un effetto massaggiante e dondolante per il nascituro ed ancora, alla nona settimana, se si provasse a toccare la punta del piede del bimbo, questo contrarrebbe le dita e ritrarrebbe la gamba, a dimostrazione del fatto che il feto inizia ad avere una sensibilità rispetto alle proprie parti del corpo .
Successivamente vi sarà la maturazione funzionale dell’olfatto, del gusto, dell’udito. Un’interessante ricerca scientifica dimostra che il bambino nel grembo familiarizza ed è già capace di riconoscere la voce materna, suono che è per lui rassicurante e confortante; inoltre se si metterà il nascituro a contatto ripetutamente con delle canzoni, poi una volta venuto alla luce egli sarà capace di riconoscerle ed esprimerà manifestazioni di gioia nel riascoltarle.
In conclusione l’ambiente intrauterino si configura quindi come un ambiente di apprendimento, di memoria e di esperienza per il bimbo in evoluzione.
Il bambino sente le emozioni della madre?
Il periodo di gestazione si configura come un periodo non solo di trasmissione nutritiva e biologica, ma anche psichica: la madre rappresenta il contenitore all’interno del quale il bambino inizia a conoscere la realtà e rappresenta per lui il mondo nella sua interezza.
In questa trasmissione psichica, la futura mamma trasmette al nascituro gli stati d’animo che vive, in quanto le emozioni vanno a modificare i livelli di alcuni ormoni che giungono poi fino al bambino.
Dunque l’indicazione principale è quella di vivere il periodo di gravidanza in modo sereno e tranquillo.
Il bimbo dentro la pancia della madre è una creatura sì fragile, ma al tempo stesso è anche plastico e adattivo; inoltre percepire degli stati d’animo a volte spiacevoli durante la gestazione, che tuttavia sono autentici e veritieri, non determina una compromettere del normale sviluppo del bambino, bensì dà ai futuri genitori la possibilità di trasmettere un messaggio di fondamentale importanza: a volte mamma e papà sono felici e tu lo percepirai, altre volte saranno tristi o arrabbiati e tu sentirai anche questo, ma queste emozioni per quanto spiacevoli fanno parte della vita di tutti; questi sentimenti per quanto negativi e fastidiosi non ci distruggono, e l’unica cosa importante trovare il modo di gestirli per ripartire in modo sereno.
Bibliografia
Soldera G.,Le emozioni della vita prenatale, Macroedizioni, Cesena 2000
David Chamberlain, I bambini ricordano la nascita. Edizioni Bonomi. Pavia 1995.